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Stenosi coronariche calcifiche. Lo shockwave: un’arma in più

Pubblicato il 9 Dicembre, 2020

Negli Stati Uniti è stato messo a punto un nuovo dispositivo per il trattamento delle lesioni coronariche particolarmente calcifiche: lo shockwave (Skockwave Medical, Fremont, CA, USA).Un pallone in grado di generare onde d’urto ad elevata velocità con cui viene eseguita la litotrissia, con la conseguente frammentazione della placca coronarica, in particolare della sua componente calcifica.Questo particolare pallone è collegato ad un generatore esterno.

Una volta attivato in corrispondenza della stenosi calcifica vengono erogate onde ultrasoniche in grado di distribuirsi uniformemente su tutta la placca, capaci di agire selettivamente sul calcio coronarico, senza alterare i tessuti circostanti.La litotrissia non genera frammenti che, una volta staccati dalla placca, embolizzano in periferia causando l’occlusione dei vasi di più piccolo calibro.

Essa infatti “sgretola” il calcio confinandolo tra le tuniche vasali. Rispetto alla dilatazione eseguita con palloni classici gonfiati fino anche oltre 20 atm, lo shockwave consente di ridurre il barotrauma e con esso anche il rischio di rottura di coronaria, evento drammatico e spesso fatale.Lo shockwave assume così un ruolo cruciale nel trattamento delle lesioni coronariche a severa componente calcifica.