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Fibrillazione Atriale: chiusura percutanea dell’auricola sinistra.

Pubblicato il 14 Aprile, 2021

La fibrillazione atriale è l’aritmia più frequentemente riscontrata nella pratica clinica quotidiana. Tale aritmia è un fattore di rischio di ictus cardioembolico. Durante gli episodi aritmici infatti, a causa di una disorganizzata attività elettrica e contrattile degli atri, viene favorita la formazione di coaguli di sangue. Questi embolizzando possono causare l’occlusione di arterie di altri organi ed apparati determinando quadri di ischemia acuta. Il distretto più frequentemente interessato è quello cerebrale (ictus cerebri). Al fine di prevenire la formazione di coaguli in pazienti affetti da fibrillazione atriale è indicata la somministrazione di una terapia scoagulante. Tali farmaci, che ci aiutano a ridurre il rischio trombo-embolico, espongono tuttavia i pazienti trattati ad un maggiore rischio emorragico.

Oggi grazie agli enormi progressi tecnologici è possibile fornire una valida alternativa a tutti i pazienti “fragili” con elevato rischio emorragico (pazienti anziani, con sanguinamenti attivi, a rischio caduta, etc…). La chiusura percutanea dell’auricola sinistra, appendice dell’atrio sinistro dove nel 95% dei casi si formano i coaguli in corso di fibrillazione atriale, consente di “rendere libero” il paziente dalla terapia scoagulante. Chiudendo l’auricola sinistra mediante il posizionamento di dispositivi dedicati che fungono da tappo, viene scongiurata la formazione di emboli. Essa è pertanto una procedura sicura ed efficace nel ridurre il rischio emorragico e di stroke cardio-embolico.