Stenosi della carotide: trattamento con tecnica mininvasiva
Pubblicato il 9 Dicembre, 2020Sapevi che si può trattare con una tecnica mininvasiva?
La malattia aterosclerotica è una patologia caratterizzata dalla formazione di accumuli prevalentemente di colesterolo nella parete dei vasi, favorendo così la formazione di ateromi (noti comunemente con il termine di placche) che, in base al loro volume, possono ostruire anche in maniera significativa il lume vasale, ostacolando il flusso di sangue al loro interno.
Gli ateromi possono dare manifestazioni sintomatologiche differenti a seconda del distretto arterioso interessato. Quando gli ateromi si localizzano ai vasi arteriosi epiaortici (figura 1) possono dar luogo a stenosi delle carotidi, grossi vasi arteriosi che decorrendo lateralmente al collo portano sangue al distretto cerebrale, determinando riduzione dell’apporto di sangue al cervello con manifestazioni che possono anche esitare nell’ictus cerebri.
Fino a pochi anni fa il trattamento delle stenosi carotidee era possibile e sicuro sono con tecniche chirurgiche, invasive, eseguite in anestesia generale. Oggi, grazie agli straordinari progressi tecnologici è possibile trattare questo tipo di lesioni mediante tecnica interventistica, mininvasiva, che consente un’efficace e sicura rivascolarizzazione mediante l’utilizzo di dispositivi di protezione prossimali o distali ed il posizionamento di stent dedicati, come riportato nell’immagine di seguito:
Giovanni è un uomo di 75 anni che diversi anni prima era stato sottoposto ad angioplastica coronarica in seguito ad un infarto. In occasione di un controllo cardiovascolare di routine è stata diagnosticata una stenosi superiore all’80% a carico della carotide interna sinistra. Per via dell’elevato rischio operatorio al quale il paziente, in quanto cardiopatico, sarebbe stato esposto, si è deciso di procedere con una rivascolarizzazione percutanea mediante angioplastica. Ecco come di presentava la carotide interessata dalla stenosi dell’80% (movie 7540).
Una volta posizionato un filtro in corrispondenza del tratto distale della carotide extracranica si è proceduto all’impianto di uno stent carotideo a maglie intermedie al fine di garantire nel contempo il rispetto dell’anatomia del vaso ed una buona azione contenitiva nei confronti della placca, definita essere di natura fibro-calcifica al preventivo esame ecocolordoppler (movie 7541).
Una volta impiantato lo stent si è proceduto alla dilatazione finale con il pallone (movie 7542). Il controllo angiografico finale documenta un ottimo risultato procedurale (movie 7544). Il paziente dopo due giorni dall’intervento è stato dimesso senza complicanze e ad oggi continua a vivere pienamente la sua vita sottoponendosi a periodici controllo cardiovascolari.
Se anche tu hai un problema simile e vuoi avere maggiori informazioni sull’intervento di angioplastica carotidea non esitare a contattarmi utilizzando la funzione “richiedi consulenza on line” o contattami telefonicamente. Sarò felice di rispondere ad ogni tua domanda.